Il borgo delle streghe
Panorama del borgo |
Introduzione:
Triora è un comune italiano di circa 400 abitanti della provincia di Imperia in Liguria.
Il borgo di Triora sorge a circa 800 metri s.l.m. su un
rilievo panoramico che domina la valle dell’Argentina, in cui scorre l’omonimo
torrente.
Secondo gli storici il borgo venne fondato dalla tribù dei Liguri Montani ai
tempi dell’Impero romano, ma raggiunse la sua età dell’oro
soltanto a partire dal XIII secolo, quando il suo feudo fu annesso alla
Repubblica di Genova.
A quei tempi Triora divenne la capitale dell'alta valle
dell’Argentina, base di un sistema di controllo del territorio molto curato. L’agricoltura
fiorì, tanto che Triora venne definita
il “granaio” della Repubblica genovese e la sua importanza strategica
crebbe, tanto da essere cinta da un sofisticato sistema di mura e presidiata da
cinque fortezze.
Una via del centro |
I resti del castello, del fortino e della Chiesa di Santa
Caterina testimoniano l’antica grandezza ed importanza del borgo, che, nel suo
periodo di massima espansione, arrivò a contare 5.000 abitanti.
Il borgo divenne però tristemente famoso a causa dei feroci
“processi alle streghe” che lì si tennero tra il 1587 e il 1589, quando molte
donne vennero accusate di praticare rituali demoniaci e commettere altri
terribili reati e furono giustiziate in seguito ad atroci torture.
Dopo secoli di contese nel 1814 il Congresso di Vienna sancì l’annessione del
territorio di Triora al Regno di Sardegna e, successivamente al
neo-costituito Regno d'Italia.
Attraversamento streghe |
Fu la seconda guerra mondiale però a segnare il
drastico declino del comune: nel 1944 il borgo, precedentemente fatto evacuare
a causa dell’avanzata dell’esercito tedesco, fu oggetto della furia nazista.
Tra il 2 e il 3 luglio del 1944 buona parte del paese venne dato alle fiamme e
furono rasi al suolo ben tre dei suoi sei quartieri, causandone il successivo
spopolamento.
Nel XX secolo Triora è rinata grazie alla promozione
turistica che l’ha resa una delle mete più amate dagli appassionati del mistero.
Il suo oscuro passato legato alla mitica figura delle streghe e agli orrori
dell’Inquisizione, ha spinto addirittura i cittadini ad inaugurare un museo
dedicato principalmente a questa tematica.
In parallelo si è assistito anche a un rilancio del suo
territorio, che (malgrado il fenomeno dello spopolamento) ha contribuito a
rendere Triora una piacevole località alpina nei pressi del confine con la
Francia, adatta come luogo di villeggiatura per un pubblico sia nazionale che
internazionale.
Profilo delle case |
Perché andare:
Triora è la meta ideale per gli appassionati (o semplici
curiosi) di storia e folklore, sulle tracce di antiche leggende e di misteri
irrisolti.
Questo borgo è stato infatti teatro del più famoso processo
alle streghe della storia italiana, tanto da essere da molti considerato come
la “Salem italiana”, sebbene la sua caccia alle streghe abbia radici ben più
antiche di quella avvenuta nella cittadina americana del New England.
Un carrugio |
Gli eventi di richiamo più importanti che si svolgono a
Triora sono “Strigora” (una festa in onore delle streghe che si celebra la
prima domenica dopo ferragosto) e la notte di Halloween (il 31 ottobre) che
attirano ogni anno migliaia di visitatori.
Gli appassionati dei borghi medievali rimarranno
piacevolmente colpiti da questa amena e ricercata località, percorrendo a piedi
gli stretti vicoli (chiamati carrugi) alla scoperta di chiese, conventi,
cimiteri e rovine di antichi palazzi.
Gli amanti delle passeggiate e della vita all’aria aperta,
invece, apprezzeranno molto gli antichi sentieri immersi nella natura che
circondano il borgo, che conducono a rilievi panoramici da cui si gode lo
spettacolo emozionante delle montagne e del fondovalle.
Luoghi e monumenti di interesse:
L'esterno del Museo Etnografico |
I carrugi
Il Museo Etnografico e della Stregoneria
La collegiata di Nostra Signora Assunta
Le rovine del castello
Il cimitero
Le piccole chiese medievali sparse per il borgo:
Chiesa di Sant'Antonio abate, Chiesa di San Dalmazio, Chiesa
della Madonna delle Grazie, Chiesa di Sant'Agostino, l’Oratorio di San Giovanni
Battista.
La Cabotina
Dove andare / Cosa fare:
Dopo aver percorso una stretta e tortuosa strada provinciale
in auto o con il pullman, Triora è accessibile da diversi lati a partire da
Corso Italia, una delle vie principale che circonda quasi interamente il
perimetro del borgo.
La visita del paese consiste essenzialmente in una
passeggiata (spesso in salita e su una pavimentazione di ciottoli sconnessi)
tra i carrugi, le volte e le viuzze
che si snodano nel suo centro storico, fiancheggiate da altissime case di
pietra (molte delle quali, purtroppo, in stato di abbandono).
La Collegiata |
Un carrugio |
Antico forno per il pane |
portale di ardesia |
Molto apprezzabili i portali in ardesia, su cui sono
stati scolpiti immagine sacre ed altre figure più o meno misteriose.
Notevoli i piccoli negozi di souvenir che vendono
artigianato o prodotti tipici della gastronomia locale.
La chiesa principale del borgo, situata in un’angusta piazza
è la Collegiata di Nostra Signora Assunta,
sorta probabilmente sulle rovine di un tempio pagano, tra il 1770 e il 1775.
Museo Etnografico |
La sua facciata è in stile neoclassico
e l’interno, costituito da un’unica navata, conserva un dipinto del pittore Taddeo
di Bartolo, forse uno dei più antichi quadri della Riviera di Ponente ligure nel suo genere.
In una viuzza è inoltre possibile ammirare un antico forno,
dove veniva prodotto il caratteristico pane rotondo, per cui Triora è famosa in
tutta la regione.
L’attrazione principale del borgo però, è il Museo Regionale Etnografico e della
Stregoneria, situato tra Corso Italia e Via Roma.
Il museo non vuole essere soltanto una mera esposizione di
oggetti, ma soprattutto un invito a visitare ed apprezzare l’antico paese, la
vita semplice di un tempo e a riflettere sulle ingiustizie compiute dal
tribunale dell’inquisizione nel XVI secolo.
È suddiviso su tre livelli e contiene:
·
sul piano stradale rappresentazioni della fauna
locale, reperti archeologici, antichi utensili di uso quotidiani e manoscritti;
Museo Etnografico |
·
al primo piano inferiore una raccolta di libri
dedicati alle streghe, una cantina contenente materiali che testimoniano
l’antica tradizione vinicola del posto, ricostruzioni di scene di vita
domestica e familiari, sul ciclo del latte e sulla vita pastorale, strumenti che
rievocano gli antichi mestieri e la vita nei campi;
·
al secondo piano inferiore si trovano le antiche
carceri, contenenti rievocazioni delle attività delle streghe e ricostruzioni
di antichi strumenti di tortura, documenti autentici, testi antichi e stampe
che ripercorrono le vicende inquisitoriali del processo alle streghe.
All’esterno vi è infine un rilassante giardino che raccoglie piante aromatiche
e medicinali.
I resti del Castello |
La strega del 2000 |
Non distante dal Museo, in una piazzetta dalla quale si gode
di un bellissimo panorama, è stata inoltre collocata in tempi recenti una
scultura chiamata “La Strega del 2000”, raffigurante una strega dall’aspetto
bonario, con una scopa accanto intenta a rimescolare il proprio calderone.
Ai bordi settentrionali del centro abitato è possibile visitare
i ruderi dell’antico Castello
costruito dai Genovesi nel XIII secolo, per la difesa dei propri confini e, imboccando
la ripida salita di Corso Bonfanti, si può salire al cimitero, uno dei luoghi
forse più suggestivi di Triora.
Il cimitero |
Il cimitero è simile
a un fortilizio, perché ricavato dentro una delle cinque fortezze (ormai
distrutta) che difendevano il luogo durante il medioevo e da esso si gode di
un’ottima veduta sull’intero paese e sui centri abitati circostanti.
Infine, un ultimo luogo suggestivo che attirerà la curiosità degli amanti del mistero è la cosiddetta Cabotina, il rudere di un’abitazione situata all’estremità est del paese, ritenuta nel XVI secolo il luogo in cui le streghe erano solite riunirsi e praticare i propri “Sabba”.
Curiosità:
Negozio di souvenir |
Il nome “Triora” deve la sua origine alle parole latine “tria ora”, ovvero tre bocche, le quali
compaiono anche nello stemma del comune, contenente una rappresentazione del
mostro Cerbero con tre teste.
Secondo alcuni le tre bocche simboleggerebbero i tre fiumi
alla cui confluenza si trova il territorio, mentre secondo altri i tre prodotti
principali (grano, castagna e vite) su cui si basava la sua economia.
Nel 1797, dopo la caduta della Repubblica di Genova, Triora
fece parte della Repubblica Ligure di Napoleone Bonaparte e in seguito, nel 1805, fu
annessa al Dipartimento delle Alpi Marittime
francese. Nel 1814 venne infine “restituita” all’Italia e annessa al Regno di
Sardegna.
Il clima di Triora, data l’altitudine è tipicamente montano,
tuttavia il freddo invernale non è mai eccessivo, perché il borgo, esposto a
mezzogiorno e in pendio, risente del buon soleggiamento.
La cabotina |
La celebre caccia alle streghe si tenne a Triora, nel
periodo in cui il borgo si trovava all'apice della sua potenza. Nel 1587 alcune
cosiddette “bàgiue” (presunte streghe) furono accusate di celebrare i
propri rituali demoniaci nei pressi della Ca' Botina.
Una strega al Museo Etnografico |
Una bàgiua avrebbe addirittura provocato una tempesta
talmente dannosa da compromettere definitivamente il raccolto delle vigne per
almeno tre anni, un’altra ancora avrebbe confezionato un veleno, composto da cervello di gatto e di sangue
umano, facendolo ingerire mortamente ad un cappellaio genovese.
Le donne vennero quindi torturate, nel tentativo di strappar
loro una confessione, e molte furono anche condannate a morte.
Case nel centro storico |
Il governo stanziò ben
cinquecento scudi da destinare alla ricerca dei presunti colpevoli di tale
disgrazia e tutte le menzogne (alimentate dall'ignoranza e dalla
maldicenza dei paesani) condussero gli abitanti di Triora a credere di poter
debellare la carestia sacrificando le donne più “strane” del paese.
I documenti più interessanti del processo (raccolti nel
museo di Triora) raccontano la storia di Franchetta, una donna che non confessò
mai le sue colpe, perché nulla aveva commesso, ma che, tuttavia, venne
sottoposta per due giorni ad atroci torture. Dalle sue parole e dalle sue
richieste di misericordia traspare il rimpianto per non poter andare nei boschi
dove, come disse lei stessa: “nascevano così belle castagne marrone…”
La Piazza della Collegiata |
L’evento più tragico che segnò il destino del borgo fu però la
seconda guerra mondiale.
Il 2 luglio 1944 tre squadroni di soldati tedeschi
iniziarono a pennellare con liquidi neri incendiari le porte delle abitazioni e
a porre cassette di tritolo all'ingresso e alle fondamenta degli edifici
principali.
Al termine dell'immane devastazione, dei sei quartieri di Triora, ne furono distrutti o danneggiati tre: Poggio, Cima e Carriera, mentre gli altri tre, Castello, Camurata e Sambughea, furono risparmiati.
Al termine dell'immane devastazione, dei sei quartieri di Triora, ne furono distrutti o danneggiati tre: Poggio, Cima e Carriera, mentre gli altri tre, Castello, Camurata e Sambughea, furono risparmiati.
Il pane di Triora |
Vicino a Triora si trova il Ponte di Loreto (costruito nel 1959)
che unisce l’abitato alla vicina frazione di Cetta.
Alto ben 112 metri e composto da un’unica campata, negli
anni passati è stato sede di lanci di bungee
jumping. Dopo vari suicidi compiuti proprio dall'alto del ponte, i suoi
parapetti sono stati recentemente resi più alti e sicuri con l'aggiunta di una
griglia
Parcheggio per le streghe |
Nel borgo è possibile però degustare anche il piatto
nazionale delle Alpi Marittime, i “sugeli”, orecchiette di pasta semplice fatta
con acqua, farina e sale, condite col tipico formaggio bruzzo (o brusso) degli
alpeggi.
Un altro patrimonio prezioso del borgo deriva dai boschi locali che producono naturalmente ottimi funghi (porcini, ovuli, galletti, sanguini...) celebrati ogni anno in autunno in occasione di una sagra molto frequentata.
Recensione:
Al di là del mito legato alle streghe, Triora è di per sé un
borgo molto caratteristico dell’entroterra ligure, molto meno frequentato dai
turisti rispetto alle ben più note località costiere, ma altrettanto
interessante. Pur non essendo comodo da raggiungere, vale la pena visitarlo se
ci si trova a passare da quelle parti durante una vacanza in Liguria.
Triora vista dal cimitero |
Il museo Etnografico non è molto grande, ma è ben
organizzato e anche i negozi di artigianato locale sono molto graziosi e
perfetti per chi sta cercando un souvenir un po’ “diverso dal solito” o addobbi
spiritosi per la festa di Halloween.
La cosa che ho amato di più di Triora però, sono i suoi carrugi:
stretti, bui, decisamente tetri, perfettamente in sintonia con l’atmosfera
magica tradizionalmente associata al luogo. In alcuni di questi vicoli, anche
in pieno giorno, sembra già notte.
Allo stesso tempo però, è triste un po’ ovunque gli effetti
dello spopolamento a cui è soggetto ormai da decenni questo piccolo paese.
Malgrado molte abitazioni siano state ristrutturate, i segni
della distruzione causata dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale sono
ancora molto evidenti e vedere così tante belle case di pietra e magazzini
abbandonati, vittime del degrado del tempo è uno spettacolo che fa davvero
piangere il cuore.
Il cimitero |
Nei vicoli più chiusi poi l’odore della pipì di gatto diventa
quasi insopportabile, ma pare che sia inevitabile, data la grande quantità di
felini che si aggirano per le case (probabilmente indispensabili a tenere sotto
controllo la popolazione di topi).
Un’altra cosa che mi ha colpito molto positivamente è stata
la visita al cimitero di Triora.
Ricavato da un’antica fortezza, questo insolito monumento, a
mio avviso, merita assolutamente una visita, sebbene non sia segnalato e per
raggiungerlo bisogna affrontare una ripida e scomoda salita.
Dalla sua vetta si gode di un panorama stupendo, e vedere il
profilo dell’antico borgo stagliarsi all’orizzonte in una cornice fatta di
croci di pietra e di antiche tombe consumate dal tempo, contribuisce a
conferirgli ancora di più quel fascino macabro e misterioso che tanto l’ha reso
celebre.
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