Perchè questo blog?

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Perchè sono anni che viaggio e fotografo tutto ciò che vedo e mi sono appassionato ad entrambe le cose :-)
Ogni volta torno a casa e penso: "Perchè non tenere un diario di tutti i miei viaggi?". Un bel giorno mi sono reso conto di averlo già: in tutte le mie cartelle sul pc, meticolasamente ordinate per data e descrizione. Fotografie, informazioni,curiosità, mappe ecc.
Non restava che condividerle con il mondo!

giovedì 14 giugno 2012

Dolceacqua

Lo splendido borgo dei Doria

Introduzione:  


Dolceacqua è un comune italiano di circa 2000 abitanti, situato nella provincia di Imperia in Liguria, non lontano dal confine con la Francia.
Panorama di Dolceacqua
Il borgo, tipicamente medievale, sorge nella val Nervia, lungo il torrente omonimo, ed è composto da due nuclei distinti, uniti da un ponte medievale (il celebre Ponte Vecchio).
Il nucleo centrale, ai piedi del monte Rebuffao e dominato dal Castello dei Doria, è chiamato “Terra”, mentre quello occidentale, al di là del torrente, è chiamato “Borgo” in quanto originariamente collocato fuori dalla cinta muraria.
Il centro storico di Dolceacqua è citato nel XII secolo (sebbene le sue origini siano molto più antiche) come feudo dei Conti di Ventimiglia, ma nel 1270 fu venduto a Oberto Doria, capostipite della illustre famiglia genovese.
Un carrugio
I Doria faranno di Dolceacqua la capitale del loro dominio e ne segneranno il destino nell’arco di cinque secoli, anche in seguito al passaggio del feudo nelle mani della casata dei Savoia.
Nel XVII secolo, durante la lotta tra il Regno Sabaudo e Repubblica di Genova, Dolceacqua si schierò con Genova, ma venne sconfitta e occupata. Nel 1652 Francesco Doria si sottomise ai piemontesi, ottenendo però il titolo di marchese.
Nel 1746, durante la guerra di secessione austriaca, Dolceacqua si schierò con i Savoia e gli alleati austriaci e il suo castello subì un pesante assedio da parte dell’esercito francese e spagnolo, che lo distrusse quasi interamente. Tre anni dopo i Doria tornarono a Dolceacqua spostando però la loro dimora dal castello ormai in rovina.

Il Ponte Vecchio ritratto da Monet
 Nel 1815 Dolceacqua fu annessa al Regno di Sardegna e nel 1860 al Regno d'Italia, ma i Doria continuarono a dimorarvi fino al 1902, quando la famiglia si estinse definitivamente.
Ai nostri giorni la fama del paese è legata a quella del pittore impressionista francese Claude Monet, il quale, durante un viaggio, nel 1884 si fermò a Dolceacqua per un certo periodo.
Durante il suo soggiorno Monet fu così colpito dal fascino del borgo che lo ritrasse in diversi quadri.
Avendo conservato intatto durante i secoli il suo impianto medievale originario, Dolceacqua è rinata nel XX secolo come località turistica (soprattutto in seguito al restauro del Castello) e attira ogni anno migliaia di visitatori, soprattutto italiani e francesi.

Porta Castello

Perché andare:


Dolceacqua è un paese piuttosto piccolo, ma di grande fascino per tutti gli amanti delle località tranquille e ricercate, nelle quali si respiri un’atmosfera “d’altri tempi”.
Il borgo è ricco di botteghe di artisti, di artigianato, odorose cantine e di negozi di prodotti tipici che sapranno coinvolgere tutti gli appassionati, ma anche il semplice curioso in cerca di un originale souvenir da portare con sé o regalare agli amici.
Gli estimatori dell’arte rimarranno entusiasmati nel distinguere nel caratteristico profilo del borgo alcune opere di Monet e notare come, a distanza di un oltre secolo, nulla qui sia cambiato.

 

Luoghi e monumenti di interesse:

Il torrente Nervia attraversa il paese

Il Ponte Vecchio
Il Castello dei Doria
I Carrugi e il centro storico
Le botteghe di artigianato e gastronomia locale
La chiesa Parrocchiale di S. Antonio Abate
Le altre piccole chiese sparse per il borgo: la chiesa di San Filippo Neri, l’oratorio di San Sebastiano, la Cappella di San Michele e la chiesa di San Giorgio.


Dove andare / Cosa fare:

 

Un carrugio
La visita di Dolceacqua comincia generalmente costeggiando il torrente Nervia, piccolo ma impetuoso, dal quale si riesce ad avere una visione d’insieme dell’intero profilo del borgo.
Si potrà dunque apprezzare l’inconfondibile sagoma del Ponte Vecchio e del Castello dei Doria, che gli fa da sfondo.
Il Ponte, composto da un’unica campata “a schiena d’asino” è alto 33 metri e fu costruito sulle rovine di un ponte precedente crollato nel XV secolo.
Ai lati del torrente, non lontano dal ponte sono inoltre presenti due pannelli raffiguranti i quadri di Monet, collocati nello stesso luogo in cui si suppone li abbia dipinti.
La salita al castello
Superato il ponte, attraverso Porta Castello, si accede al centro storico, dove è possibile addentrarsi  tra gli stretti vicoli, chiamati carrugi, fiancheggiati dalle alte case di pietra, tipiche della costiera ligure.
In queste viuzze si trovano bellissimi negozi di souvenir, oltre a vere e proprie botteghe d’arte, nella quali è praticamente impossibile non fermarsi almeno per dare un’occhiata.

Proseguendo lungo la salita  si potrà  infine  raggiungere il Castello dei Doria.
Il castello venne costruito nell’XI secolo sulla sommità di uno sperone roccioso (a 60 metri d’altezza dal livello del torrente Nervia) dalla cui vetta, era possibile dominare con lo sguardo la parte più ampia della valle Nervia.
Nella prima metà del 1400 subirà importanti trasformazioni e la fortezza militare diventerà una sontuosa residenza signorile fortificata di proprietà della famiglia Doria.

Il profilo del castello
Il percorso che conduce all’entrata del Castello è composto da due rampe acciottolate a gradoni, unite da un pianerottolo a gomito. La prima è dominata sulla destra dal bastione costruito nel XVII secolo, la seconda protetta sul lato sinistro da una cortina difensiva munita di feritoie.

Il Castello è visitabile acquistando il biglietto, sebbene alcune sue parti siano ancora in fase di ristrutturazione. Lo stato di degrado e di abbandono in cui si trova ai nostri giorni sono causa dei pesanti bombardamenti che subì durante l’assedio del 1744 e, infine, dai danni causati da un tremendo terremoto che, nel 1887, si abbatté sulla regione.

Superato il portale d’accesso, sia entra in un cortiletto semicircolare su cui prospetta la facciata del Castello, chiusa ai lati da due torri a base quadrata.
Sulle pareti del fronte principale si notano i resti delle decorazioni a stucco Cinquecentesche. Superato il ponte levatoio che sovrasta il piccolo fossato, si arriva all’interno del grande atrio con volta a botte, la cui pavimentazione presenta lo stemma della famiglia Doria: l’aquila nera coronata nello scudo.
La Parrocchiale di S. Antonio
Attraverso un’ultima rampa si giunge al cortile centrale del Castello e, da una scalinata in ardesia, si può accedere al livello superiore. Qui è possibile ammirare un fantastico panorama sull’intera valle e sul paese stesso, di grande impatto emotivo.

Ai piedi del borgo un’altra attrazione da non perdere è la parrocchiale di Sant'Antonio Abate.
La chiesa, di origini quattrocentesche, ingloba una torre angolare quadrata delle antiche mura, divenuta la base del campanile.
L'edificio sacro venne rifatto in forme barocche ed è ornato da ricche decorazioni interne; custodisce il prezioso e delicato polittico di Santa Devota, opera del 1515 di Ludovico Brea, caposcuola della corrente pittorica ligure/nizzarda.
Accanto alla chiesa si trova anche il Palazzo dei Doria, che fu residenza dell’omonima famiglia fino al 1902.

 Curiosità:


II nome del paese potrebbe derivare dalla presenza di un borgo di epoca romana chiamato Dulcius.
Alcuni studiosi però considerano la possibilità dell'origine celtica, dal nome Dussaga.

L'interno del Castello
Il carrugio denominato “le Scasasse” è il più misterioso tra i carrugi di Dolceacqua.
Unisce l’accesso al paese dal ponte medievale alla Piazza della chiesa parrocchiale scendendo a livello del torrente Nervia. Se ne suppone una funzione strategica e difensiva.

Dal 2007 il comune di Dolceacqua è stato recensito come uno dei borghi più belli d'Italia dal Touring Club Italiano ed è sede nazionale dell'associazione formata dai Comuni insigniti di tale onore.

Il castello originale (“Castrum”) venne costruito dai Conti di Ventimiglia nel XI secolo in una posizione strategica per controllare una strada percorsa da carovane che da Ventimiglia giungevano fino al Piemonte. Il nucleo primitivo è localizzato a nord sull’altura sommitale, costituito da un mastio quadrangolare difeso da una torre circolare

Tra il 1527 il 1580, sotto la signoria di Stefano Doria, Dolceacqua raggiunse il massimo benessere e il castello venne ingrandito e impreziosito di opere d’arte.

Un carrugio
Stefano Doria venne nominato da Carlo V di Spagna, Cavaliere di Santiago de Compostela. Nel castello è anche presente una fontana ornata con la “Conchiglia”, simbolo di quest’ordine cavalleresco.

Il Castello, già abbandonato nel XVII secolo, venne ulteriormente danneggiato dal terremoto del 1887, lo stesso che distrusse interamente il vicino paese di Bussana Vecchia.
Nel 1987 il castello venne acquisito da parte del Comune e i suoi restauri terminarono nel 2007.

Uno dei quadri di Monet
Monet fece la sua prima visita nella Riviera ligure alla fine del 1883 in compagnia di Renoir, per soli quindici giorni, ma fu talmente colpito dal fascino dei luoghi che appena rientrato a Giverny, manifestò subito il desiderio di ritornarci.

Nel gennaio del 1884 Monet si recò a Bordighera e durante il suo viaggio si spinse nell'entroterra della val Nervia, fino a Dolceacqua, dove dipinse il ponte e il castello.
Riguardo a Dolceacqua Monet nel suo diario scrisse: “…il luogo è superbo, vi è un ponte che è un gioiello di leggerezza ...".

La cripta della chiesa di San Giorgio del XI secolo (collocata all’ingresso del paese) divenne il sepolcro della famiglia dei marchesi Doria e accoglie tuttora le tombe di Stefano Doria del 1580 e di Giulio Doria del 1608, raffigurati sulle lastre di copertura nelle armature d'epoca.

Nel quartiere del Borgo l'oratorio di San Sebastiano è sede di una Confraternita che celebra il martirio del Santo la domenica più vicina al 20 gennaio. Durante la celebrazione un grande albero di alloro ornato di ostie variopinte, viene portato in processione, come simbolo dell'abbondanza e dei raccolti agricoli, (evidente retaggio di una cerimonia pagana legata al ciclo della morte e della resurrezione della vegetazione).

L'Oratorio di S. Sebastiano
A Dolceacqua è stata girata parte degli esterni del film Io sono l'amore di Luca Guadagnino.

La colline circostanti al borgo sono famose per la coltivazioni della vite, da cui si ricavano pregiati vini da tavola come il Rossese di Dolceacqua superiore o il Rossese di Dolceacqua.

In piazza Padre Giovanni Mauro l'ultima domenica di ogni mese si tiene il mercatino "bio" di Dolceacqua.
 

Recensione:


Il Ponte Vecchio visto dal castello
Dolceacqua è, a mio avviso, tra i tutti i borghi dell’entroterra ligure, quello più caratteristico. L’austero profilo del castello da cui parte il “serpentone” di case che scende fino al letto del torrente Nervia è di forte impatto scenografico. Il vero gioiello del borgo però è il suo antico ponte di pietra, che da oltre 500 anni sembra letteralmente sfidare la gravità, ma è giunto fino a noi pressoché intatto.
A guardarlo bene non si può certo dire che esprima solidità e attraversandolo mi sono domandato: “ma davvero mi reggerà?”. Eppure il ponte è stabile, saldamente ancorato al suolo, e ammirarlo, sia dal basso, che dalla cima del castello è una vera gioia per lo sguardo.
L'interno del castello
Entrando nel paese poi, ci sono decine di altri angoli antichi di pietra e mattoni da scoprire e, malgrado le ripide salite, penso che scalare i carrugi fino al castello per poi ridiscenderli sia una passeggiata molto piacevole. Penso che chiunque, almeno per un attimo, avrà la sensazione di essere tornato indietro nel tempo.
L’unica cosa di Dolceacqua che mi ha lasciato un po’ deluso, devo confessarlo, è stata la visita al Castello dei Doria. Questa fortezza, adibita a dimora signorile, doveva essere sicuramente grandiosa un tempo, ma ai nostri giorni mi pare troppo danneggiata per poterla apprezzare appieno.
Stupendo invece il panorama di cui si gode dalla sua vetta, che non lascerà certo delusi tutti gli appassionati dei bei paesaggi e delle fotografie.

Voto: 7

Tempo di soggiorno consigliato: 1 pomeriggio

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