La città euganea "culla delle arti"
Introduzione:
Panorama del centro storico |
Padova è una città italiana di 214.000 abitanti, capoluogo
dell'omonima provincia del Veneto.
Si estende nella Pianura Padana, non lontano da Venezia,
ed è bagnata dal fiume Bacchiglione.
In antico era nota come città d’acque, ed è sempre stata un
importante centro di commerci.
Possiede un’antica tradizione artistica e culturale: infatti
è sede di una prestigiosa ed antica università fondata nel 1222, tra le più
antiche del mondo, nonché una delle più prestigiose d’Italia.
Nel medioevo Padova fu un libero comune, poi venne dominata
dalla dinastia dei Carraresi e infine conquistata dalla Repubblica di Venezia
Pur non godendo di grande rilevanza politica, per diversi
secoli poté godere della pace e della prosperità assicurata dalla signoria
veneziana, nonché della libertà garantita alla sua Università, che richiamò
studenti ed insegnanti da tutta Europa, divenendo uno dei maggiori centri dell'aristotelismo
e attirando numerosi ed illustri intellettuali, come Galileo
Galilei.
Basilica di Sant'Antonio |
È universalmente nota anche come la città di Sant'Antonio, il famoso francescano portoghese,
nato a Lisbona
nel 1195, che visse
a Padova per alcuni anni e dove morì nel 1231.
I resti del Santo sono conservati nella Basilica di Sant'Antonio, meta di
numerosi pellegrini da tutto il mondo e uno dei monumenti principali della
città.
Padova conserva anche uno dei più straordinari e
rivoluzionari capolavori dell'arte medievale, la Cappella degli Scrovegni, affrescata agli
inizi del Trecento da Giotto.
Prato della Valle |
E’ famosa inoltre per il suo Orto Botanico, il più antico esistente
al mondo e dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall'UNESCO,
Padova è oggi un importante centro economico, uno dei più
importanti e grandi centri di trasporti intermodali, anche fluviale, di
tutta Europa e rappresenta attualmente il più grande interporto
nel nord e centro Italia.
Perché andare:
Orto Botanico |
Padova è una città giovane e movimentata, ma allo stesso
tempo è sede di tesori preziosi dal punto di vista storico e artistico. I
giovani apprezzeranno la città soprattutto per le sue animate piazze, luogo di
ritrovo ideale per incontri o per un aperitivo in compagnia.
Gli appassionati di storia dell’arte non rimarranno certo
delusi dalla visita al Museo e Civico e alla cappella degli Scrovegni, contenente
gli affreschi del maestro Giotto, capolavoro assoluto dell’arte mondiale.
Piazza della Frutta con il mercato |
Gli appassionati di botanica non potranno fare a meno di
visitare l’antico Orto Botanico, il primo degno del suo nome, il cui modello è
stato imitato in tutto il mondo.
Chi invece ama i luoghi spirituali troverà molto interessante
la Basilica di Sant’Antonio da Padova, meta di pellegrini cattolici da tutta
Europa.
Padova è la meta perfetta anche per chi ama passeggiare tra
le piazze e immergersi nei mercati tipici della tradizione italiana, ricchi di
colori, profumi e sapori unici.
Luoghi e monumenti di interesse:
Chiesa nel centro storico |
La torre del castello |
Piazza Erbe, Piazza della Frutta e Piazza dei Signori
Palazzo della Ragione
Palazzo del Capitanio e il suo Orologio astronomico
Palazzo del Bo, sede storica dell’Università
Il Duomo e il suo Battistero
La Basilica di Sant’Antonio da Padova
Caffè Pedrocchi
Giardini dell'Arena
Chiesa degli eremitani
Mercato in Piazza dei Signori |
Cappella Scrovegni
Musei civici di Padova
Il Castello
Dove andare / Cosa fare:
Generalmente la visita della città parte dalle sue tre
piazze principali:
- Piazza Erbe
- Piazza dei Signori
- Piazza della Frutta
Palazzo della Ragione |
Piazza delle erbe,
come in passato, è ancora sede di uno dei più pittoreschi mercati all'aperto,
con le bancarelle degli "scariolanti" che ricoprono quasi tutta la
superficie, a complemento della quadruplice fila di botteghe sotto il Salone.
Ogni mattina, attorno alla fontana, che fu collocata nel 1930, le variopinte
bancarelle di fiori adornano e colorano la piazza.
Piazza dei Frutti
sul lato nord del Palazzo della Ragione dalla fine del XII secolo ospita il
mercato popolare di frutta e verdura, con bancarelle in legno su ruote.
Tra le due Piazze sorge il cosiddetto “Palazzo della Ragione”, costruito nel 1218 con lo scopo di ospitare
la Corte di Giustizia e la Sala del Consiglio, cioè i tribunali cittadini di
Padova.
Assolutamente consigliata è la visita a questo meraviglioso
edificio, comunemente chiamato anche “Il Salone”. Questa è infatti la più
grande sala medievale di tutta Europa (è infatti lunga 80 metri, larga 27 metri
e alta 27 metri).
Il "Salone" di Palazzo della Ragione |
Al suo interno si trova una maestosa riproduzione in legno
del cavallo della statua del Gattamelata di Donatello e la “Pietra della
Vergogna”, sulla quale venivano messi alla berlina prima dell’esilio i
condannati per bancarotta. Le pareti sono abbellite da 333 pannelli
raffiguranti i mesi dell’anno con i relativi segni zodiacali, dèi e attività
stagionali.
Attualmente è utilizzato per grandi esposizioni artistiche e manifestazioni, mentre il pian terreno è tutt'ora destinato, come nell'antichità, a mercato di generi alimentari.
Attualmente è utilizzato per grandi esposizioni artistiche e manifestazioni, mentre il pian terreno è tutt'ora destinato, come nell'antichità, a mercato di generi alimentari.
La visita del centro storico generalmente prosegue in Piazza dei Signori, uno degli spazi più suggestivi e vitali di
Padova, simbolo della sua storia, ma anche del suo presente vivace e attivo. Il
suo nome deriva dal fatto che qui sorgeva il "Palazzo della
Signoria", la Reggia dei Carraresi, Signori di Padova dal 1318 al 1405
Piazza dei Signori e San Clemente |
In questa piazza di fronte alla Chiesa di S. Clemente occupa uno spazio
privilegiato il Palazzo del Capitanio,
chiamato così perché sede di uno dei due capitani veneziani della città. Esso si
sviluppa sull'area della ex Reggia dei Carraresi ed è diviso da una antica
torre, modificata fra il 1427 e il 1430, sormontata da un tamburo ottagonale
che sorregge una cupola rivestita di lastre di piombo. Sul Palazzo è
impossibile non notare il bellissimo orologio astronomico
Loggia della Gran Guardia |
All’angolo di Piazza dei Signori sorge inoltre la Loggia della Gran Guardia: notevole
esempio di architettura tra '400 e '500 e antica sede del Consiglio. La Loggia,
per l'armonia delle proporzioni e la sobria eleganza, è la più classica e
compiuta rappresentazione dello stile del nuovo Rinascimento italiano,
caratterizzato dalle particolari decorazioni dei piedistalli e dall'uso di
marmi policromi di chiaro gusto lombardesco.
Aula di anatomia a Palazzo del Bo |
Un altro monumento non distante dalle piazze principali e
molto amato dai turisti è Palazzo del Bo,
la sede dell’Università di Padova, una delle più antiche università d’Italia.
Oggi il Palazzo del Bo viene usato prevalentemente per le
cerimonie di laurea, mentre in origine ospitava la Facoltà di
Medicina di Padova. Il palazzo è però ancora aperto alle visite e in esso è
possibile ammirare il famoso Teatro Anatomico (1594) in cui Galileo Galileo
tenne lezioni di anatomia per un ventennio, dal 1592 al 1610.
La Basisilica di Sant'Antonio |
Sempre nel centro storico sorge la Basilica di Sant’Antonio da Padova, iniziata nel 1232, un anno dopo
la morte di Sant’Antonio, e terminata 80 più tardi, nel 1310.
La Basilica del Santo, architettonicamente, unisce stili diversi:
la facciata, con mattoni a vista, è in stile romanico-lombardo, le cupole sono
in stile bizantino, i campanili della Basilica richiamano l’arte islamica per
la loro forma a minareto, gli archi sono realizzati in stile gotico e la
Cappella del Tesoro è di architettura barocca.
L'interno del battistero |
Il Duomo |
Sempre di grande interesse è anche il Duomo di Padova, soprattutto per il battistero collocato alla sua destra e dedicato a san Giovanni Battista. In esso è possibile
ammirare degli stupendi affreschi del XIV secolo, considerati il capolavoro di Giusto de' Menabuoi.
L'Orto botanico |
Fondato nel 1545, è il più antico Orto Botanico
Universitario del mondo e ha conservato praticamente inalterata, la sua
originaria struttura. L'impianto architettonico testimonia la ricerca
dell'equilibrio e la perfezione formale della cultura umanistica.
L'Orto sorge su un'area di forma trapezoidale di circa due ettari ed è delimitato su due lati dal canale Alicorno dal quale, fino a pochi decenni fa, veniva prelevata l'acqua per l'irrigazione.
L'esigenza di un'istituzione di questo tipo appare chiara se si considera che le piante medicinali rappresentavano a quel tempo la principale risorsa terapeutica e che il loro impiego.
L'Orto sorge su un'area di forma trapezoidale di circa due ettari ed è delimitato su due lati dal canale Alicorno dal quale, fino a pochi decenni fa, veniva prelevata l'acqua per l'irrigazione.
L'esigenza di un'istituzione di questo tipo appare chiara se si considera che le piante medicinali rappresentavano a quel tempo la principale risorsa terapeutica e che il loro impiego.
L'Orto di Padova, definito per questa ragione "la
madre" di tutti gli Orti botanici del mondo, non ha solo rappresentato la
cultura della scienza botanica, ma ha anche svolto un ruolo di grande rilievo
per lo sviluppo medico e scientifico dell’intera Umanità.
L'Orto, nei secoli, fu continuamente arricchito di piante
provenienti da varie parti del mondo e specialmente dai paesi dove la
Repubblica di Venezia aveva possedimenti o rapporti commerciali. Al suo interno
attualmente sono coltivate circa 6000 piante di tutti i tipi, di tutti i climi
e continenti.
La sua struttura centrale è suddivisa in 250 aiuole, chiamate areole, disposte secondo differenti ed eleganti geometrie.
La sua struttura centrale è suddivisa in 250 aiuole, chiamate areole, disposte secondo differenti ed eleganti geometrie.
Nel settore a sud-est, cresce la famosa Palma di San Pietro,
meglio conosciuta come “Palma di Goethe”, perché ispirò al poeta naturalista
tedesco (che visitò Padova nel 1786) una teoria sulla metamorfosi delle piante.
Prato della valle |
Un altro luogo assolutamente imperdibile è il Prato della Valle è la più grande piazza della città di Padova e una delle
più grandi d'Italia
e d'Europa
(seconda solo alla Piazza Rossa di Mosca).
La configurazione attuale risale alla fine del XVIII secolo
ed è caratterizzata da un'isola ellittica centrale, chiamata isola Memmia, circondata da una canaletta sulle cui sponde
si trova un doppio anello di statue. Questo tra l’XI e il XVIII secolo era
luogo da "mercato", ma, nel 1775, Andrea Memmo, patrizio veneziano
illuminista, valorizzò questo spazio attuando una radicale bonifica e creando
una canalizzazione sotterranea destinata a far defluire le acque dell'anello
centrale,
Mentre negli anni '90 il Prato era afflitto da degrado, oggi tutta la piazza è completamente riqualificata ed ampiamente impiegata dai padovani per passeggiate o altro: in estate la piazza è animata da molta gente che pattina, passeggia o studia, magari prendendo il sole.
Mentre negli anni '90 il Prato era afflitto da degrado, oggi tutta la piazza è completamente riqualificata ed ampiamente impiegata dai padovani per passeggiate o altro: in estate la piazza è animata da molta gente che pattina, passeggia o studia, magari prendendo il sole.
Sul Prato della Valle è possibile anche ammirare la Basilica
di Santa Giustina : monumentale esempio di architettura
medievale, accoglie le reliquie di Santa Giustina e di San Luca.
Ingresso Caffè Pedrocchi |
Prima di abbandonare il centro storico non si può fare a
meno di visitare il celebre Caffè Pedrocchi. Questo caffè storico di fama internazionale,
situato nel pieno centro di Padova, per oltre un secolo è stato un prestigioso punto
d'incontro frequentato da intellettuali, studenti, accademici e uomini
politici.
La sua splendida architettura, che mescola lo stile neoclassico a quello gotico veneziano, con richiami esotici egizi e cineserie, molto in voga nell'ottocento, rispecchia il clima romantico dell'epoca e l'estro dell'architetto Jappelli.
Il pianterreno, destinato a caffetteria, è caratterizzato dal susseguirsi di stanze denominate in base al colore della tappezzeria (Sala bianca, Sala rossa, Sala gialla, Sala verde).
La sua splendida architettura, che mescola lo stile neoclassico a quello gotico veneziano, con richiami esotici egizi e cineserie, molto in voga nell'ottocento, rispecchia il clima romantico dell'epoca e l'estro dell'architetto Jappelli.
Il pianterreno, destinato a caffetteria, è caratterizzato dal susseguirsi di stanze denominate in base al colore della tappezzeria (Sala bianca, Sala rossa, Sala gialla, Sala verde).
Il piano superiore, comprende una serie di spazi funzionali
decorati con stili storici del passato. Si susseguono così la Sala etrusca, la
Sala greca in forma ottagonale, la Saletta rotonda o romana, la Sala del
rinascimento, la Sala ercolana o pompeiana, la Sala egizia e la Sala
Napoleonica.
Resti dell'Anfiteatro romano |
Dirigendosi alla periferia nord della città incontriamo i Giardini dell'Arena, un’area verde
storica di Padova. All’interno possiamo ammirare i resti dell’antico anfiteatro
romano di Padova, edificato intorno al 70 d.C, il Complesso degli Eremitani, (
la chiesa e il convento, ora sede dei Musei Civici) e la Cappella degli
Scrovegni,
Acquistando un unico biglietto (esclusivamente su
prenotazione) è possibile visitare questo complesso che prende il nome di Musei civici di Padova ammirando così:
- il complesso degli Eremitani, la cui chiesa ospita la famosa Cappella Ovetari, uno dei capolavori del Mantegna (purtroppo danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale)
- il Museo archeologico, con reperti di epoca pre-romana, romana, egizia, greca, etrusca ed italiota;
- Museo d'arte medievale e moderna, con dipinti di Giotto, Giorgione, Tiziano , Tintoretto Veronese, Tiepolo;
- La cappella degli Scrovegni e la sala multimediale annessa, che anticipa la visita vera e propria con un tour virtuale, volto a spiegare l’opera stessa e i lavori di conservazione e restauro effettuati su di essa nell’arco dei secoli.
Interno della Cappella degli Scrovegni |
Chiesa degli Eremitani |
La Cappella degli Scrovegni,
innalzata tra il 1303 e il 1305, presenta un’architettura molto semplice. Fu
fatta costruire da Enrico Scrovegni, originario di una ricca famiglia padovana
di banchieri e usurai, accanto al proprio palazzo per adornare l'edificio e destinata ad accogliere il
suo corpo e quello dei suoi discendenti dopo la morte.
Al suo interno venne affidato a Giotto il compito di raffigurare una sequenza di storie tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento che culminavano nella morte e resurrezione del Figlio di Dio e nel Giudizio Universale, allo scopo di sollecitare chi entrava nella Cappella a rimeditare sul suo sacrificio per la salvezza dell'umanità. Sulle pareti laterali, sopra uno zoccolo che mostra con figure allegoriche il volto dei sette Vizi e delle sette Virtù, e sotto la suggestiva volta stellata, si succedono 38 riquadri, disposti in tre fasce di affreschi, nei quali è rappresentata la storia della salvezza, a partire dalla storia di Gioacchino e Maria (i genitori della Madonna).Curiosità:
La Tomba di Antenore |
La leggenda narra che la fondazione di Padova sia avvenuta
nel 1132 a.C. per opera di Antenore, un principe troiano scampato alla distruzione di Troia; ma è noto come tale leggenda tragga
forse origine da un falso storico, opera di Tito Livio,
per assimilare la propria città a Roma.
Malgrado ciò la presunta “Tomba di Antenore” è stata
riconosciuta in un'antica edicola medievale, posta davanti al palazzo della prefettura e spesso
fotografata dai turisti.
L'imponente Palazzo della Ragione è un edificio a pianta trapezoidale (dovuta ai vincoli di
probabili canali d'acqua che attraversavano quelle che tuttora sono le piazze della città) e
assomiglia ad un enorme nave capovolta e poggia su 90 piloni, disposti in
quattro ordini.
L'ingresso di Palazzo della Ragione |
Chiamato popolarmente "il Salone", il Palazzo
della Ragione è in effetti uno dei più grandi ambienti coperti d'Italia che non
ha uguali nell'architettura civile italiana. La grandissima sala del piano
superiore, all'epoca la più grande sala pensile (cioè sollevata da terra) del
mondo, costituiva un vero miracolo di ardimento architettonico e di solidità.
Inizialmente la Sala del Consiglio era stata affrescata da
Giotto, ma, nel 1420, in seguito a un incendio quei capolavori andarono perduti e
sostituiti da quelli di Nicola Miretto, che li realizzò nel periodo 1420-1425,
a tema astrologico. Con una ricca iconografia che riunisce simbologie
astrologiche e religiose, questo ciclo è
tra i più vasti e complessi che si conoscano.
La fascia superiore, che inizia con il segno dell'Ariete nella parete sud e che si conclude con il segno dei Pesci sul lato orientale, è divisa in 12 parti, corrispondenti ai 12 mesi dell'anno. Ogni parte è formata da tre file di nove riquadri dove sono riprodotti gli elementi caratteristici del mese: il segno zodiacale, i simboli astrologici dei sette pianeti, i dodici apostoli associati ai dodici mesi, i lavori propri di quel mese con il loro pianeta dominante. Il ciclo costituisce un grande orologio solare perché il sole, al suo sorgere, batte sul segno zodiacale corrispondente alla posizione astronomica in cui si trova il sole.
La fascia superiore, che inizia con il segno dell'Ariete nella parete sud e che si conclude con il segno dei Pesci sul lato orientale, è divisa in 12 parti, corrispondenti ai 12 mesi dell'anno. Ogni parte è formata da tre file di nove riquadri dove sono riprodotti gli elementi caratteristici del mese: il segno zodiacale, i simboli astrologici dei sette pianeti, i dodici apostoli associati ai dodici mesi, i lavori propri di quel mese con il loro pianeta dominante. Il ciclo costituisce un grande orologio solare perché il sole, al suo sorgere, batte sul segno zodiacale corrispondente alla posizione astronomica in cui si trova il sole.
La pietra del vituperio |
Accanto è collocata la famosa Pietra del Vituperio, detta
anche del fallimento, un blocco di porfido nero su una base quadrata a tre
gradini. Nel medioevo i debitori insolventi venivano obbligati a spogliarsi,
rimanendo con la sola camicia e in mutande (da cui il proverbio "restar in
braghe de tela"), e, alla presenza di almeno cento persone, dovevano
sedersi per tre volte sulla pietra ripetendo "cedo bonis" (rinuncio
ai beni) e poi lasciare la città per rifarsi una vita.
Statua equestre del Gattamelata |
Il cavallo ligneo presente all’interno (donato al comune nel
1837 da una famiglia di privati) fu
attribuito erroneamente a Donatello per la somiglianza col quello del
Gattamelata in Piazza del Santo.
Nel “Salone" è inoltre presente una riproduzione del pendolo
di Foucault, strumento con il quale il famoso fisico francese dell’Ottocento
dimostrò il moto rotatorio del nostro pianeta.
L'Orologio astronomico |
Il 17 agosto 1757 un furioso turbine sconvolse il grande
edificio distruggendone il tetto e scoperchiandolo. Trasferiti i tribunali nel
1797, il Salone fu aperto per grandi riunioni popolari, ricorrenze e feste.
L'Orologio di Piazza dei Signori ha la proprietà di segnare
non solo le ore e i minuti, ma anche il mese, il giorno e le fasi della luna e
persino il "luogo" astrologico. Al tempo la costruzione e il
funzionamento di un orologio erano basati sul calcolo dei pesi che venivano applicati
ad un sistema di leve e di raccordi. Questo magnifico esemplare ancora oggi
funziona con l'antico sistema e i suoi ingranaggi.
Tra i segni dello Zodiaco posti attorno all'Orologio manca
il segno della Bilancia. Per la tradizione popolare sarebbe una ripicca del
costruttore nei confronti della mancanza di giustizia della committenza che
volle pagargli una cifra inferiore al pattuito.
Cortile Palazzo Bo |
L'Università di Padova venne fondata, secondo la tradizione, nel 1222 quando un gruppo
di studenti e professori migrarono dall'Università di Bologna alla ricerca di una
maggiore libertà accademica, è probabile però che la sua fondazione fosse
precedente.
Nel corso della sua lunga storia, l'Università fu luogo d'incontro di alcune
tra le più importanti personalità europee ed italiane, tra le cui fila si
annoverano personaggi del calibro di Leon Battista Alberti, Niccolò Copernico e dal 1592 per 18 anni
consecutivi Galileo Galilei.
William Shakespeare compose ed ambientò a
Padova La bisbetica domata (The Taming of the
Shrew) e definì la città euganea "Culla delle Arti".
L’Orto Botanico di Padova custodisce (tra innumerevoli altre piante di
considerevole valore storico e botanico) la cosiddetta palma di S. Pietro, cui Goethe dedicò alcuni
scritti.
E’ storicamente documentato che Venezia si avvantaggiò
spesso del progresso scientifico che derivava dalla produzione culturale ed
accademica padovana: gli apparati di spionaggio
della Serenissima si rivolsero ad esperti dell'Orto botanico di Padova per ottenerne la
confezione di veleni
a scopo di assassinio
politico.
Padova è nota per essere la città dei "senza":
- Sant'Antonio è considerato “Il santo senza nome” perché è tale la devozione verso di lui da parte dei padovani che viene comunemente chiamato "il Santo" per antonomasia,
- Il Caffè Pedrocchi, storico locale cittadino, veniva definito “Caffè senza porte”, perchè anticamente era aperto ad ogni ora del giorno.
- la sua spettacolare piazza, Prato della Valle, veniva chiamata "Prato senza erba", perché era fino alla fine del XVIII secolo, una superficie paludosa e, dopo gli interventi di restauro, quasi interamente occupata da statue, canali e alberi.
Retro del Caffè Pedrocchi |
Il fondatore del Caffè Pedrocchi, Antonio Pedrocchi, stabilì
che chiunque poteva sedere ai tavoli del suo locale anche senza ordinare e
trattenersi a leggere i libri e i giornali messi a disposizione di tutti. Alle
donne erano offerti in dono fiori e, in caso di pioggia improvvisa, ai clienti
veniva prestato un ombrello.
Grazie alla sua posizione centrale e alla vicinanza con la
sede dell'Università il caffè divenne presto punto di riferimento della vita
culturale e commerciale della città e ritrovo di studenti, artisti, letterati e
patrioti. Fu anche teatro dei moti risorgimentali studenteschi del 1848 contro
il dominante austriaco.
La sua “Sala bianca”, che si apre all’angolo con
l’Università, è assai nota per il segno del proiettile austriaco sparato
durante i moti del '48.
Tra gli studenti padovani esiste una superstizione, dovuta
probabilmente agli avvenimenti del 1848, secondo la quale non si deve entrare
al Caffè Pedrocchi prima di essersi laureati, pena l'impossibilità di
conseguire la laurea stessa.
La forma ellittica di Prato della Valle richiama quella del
teatro romano (Campo di Marte o Campo Marzio) che una volta sorgeva nel luogo
in cui oggi si trova l’attuale piazza.
Si narra che il Prato della Valle era il luogo in cui Sant’Antonio da Padova si recava per
predicare alle folle.
Prato della valle |
Nel medioevo Prato della valle era una palude infestata di
malaria, ma venne prosciugata e bonificata nel 1767. Venne creato il canale (attraversato
da quattro ponti di Pietra) che circonda il Prato della Valle e la Piazza
cominciò ad assumere l’aspetto attuale.
Dopo l'Unità d'Italia, quest'area era stata ribattezzata
Piazza Vittorio Emanuele II, ma è prevalso il nome storico o più semplicemente
il Prato, come lo chiamano i padovani.
Lungo i due lati del canale si trovano 78 statue
rappresentanti i più importanti cittadini padovani.
In mezzo al Prato della Valle si trova l’isola Memmia, così
chiamata in onore del suo creatore, Andrea Memmo.
Un preciso regolamento del 1776 stabilì le norme per la
realizzazione delle statue di Prato della Valle: non potevano essere ritratte
persone in vita, non potevano essere ritratti santi e tutti i personaggi
ritratti dovevano avere avuto un legame con la città. Ecco perché le statue
rappresentano, nella maggior parte dei casi, professori universitari, artisti,
condottieri o ex governanti della città.
Facciata della Cappella degli Scrovegni |
Oggi, passeggiando di sera per Prato della Valle, è
possibile trovare giovani e studenti che pattinano introno all’ovale o che si
ritrovano in compagnia.
Enrico Scrovegni commissionò la creazione della sua celebre cappella (dedicata
alla Vergine annunziata) per riscattare l'anima del padre Reginaldo, collocato
da Dante (Divina Commedia) in Inferno perché usuraio.
Un tempo accanto alla cappella sorgeva il Palazzo della famiglia Scrovegni,
successivamente abbattuto.
L’abbattimento delle strutture che un tempo circondavano la Cappella degli
Scrovegni ne hanno destabilizzato la struttura danneggiando anche gli
affreschi. Questi però furono interamente recuperati dopo un’incessante opera di restauro
avvenuta nel XX secolo e la struttura dell’edificio stesso fu consolidata.
Affreschi nella Chiesa degli Eremitani |
I bombardamenti degli alleati durante la Seconda Guerra Mondiale hanno raso
al suolo la Chiesa degli Eremitani, non molto distante, ma hanno
miracolosamente risparmiato la Cappella degli Scrovegni dalla distruzione.
Cappella degli Scrovegni |
Il ciclo di Giotto agli Scrovegni costituisce il più alto
capolavoro del pittore e della storia dell'arte occidentale, pari solamente
alla Cappella Sistina di Michelangelo in Roma.
Con quest'opera Giotto inizia una nuova era nella storia della pittura, superando l'astrazione formale della corrente bizantina allora dominante, per proporre forme umane più naturali e realistiche e per questo fu definito anche il primo pittore moderno.
Con quest'opera Giotto inizia una nuova era nella storia della pittura, superando l'astrazione formale della corrente bizantina allora dominante, per proporre forme umane più naturali e realistiche e per questo fu definito anche il primo pittore moderno.
Giotto era un artista già celebre: aveva lavorato per il papa nella Basilica
di S. Francesco in Assisi e in S. Giovanni in Laterano a Roma, a Padova nella
Basilica di S. Antonio e nel Palazzo della Ragione.
Orto botanico |
L’Orto Botanico di Padova, in quanto importante centro di studio e di
ricerca, all'avanguardia nella coltivazione e acclimatazione di piante
esotiche, fu frequentato da studenti stranieri e studiosi in viaggio in Italia
per i quali rappresentò un modello cui ispirarsi per l'istituzione di strutture
analoghe nella loro patria.
L'Orto, durante i suoi oltre quattro secoli di vita, ha contribuito
all'introduzione e alla diffusione in Italia di numerose piante esotiche,
alcune delle quali molto note, come il ginkgo biloba, la magnolia, la patata,
il gelsomino, l'acacia e il girasole, il lillà, il rabarbaro, il ciclamino persiano,
per un totale di circa 70 specie.
Albero secolare nell'Orto Botanico |
Si narra che inizialmente al suo interno furono messe a dimora circa 1800
esemplari di piante, ma furono rubate dopo qualche giorno. Per questa ragione
nel 1552, pochi anni dopo la fondazione, fu costruito un alto muro circolare di
recinzione per impedire i continui furti notturni e furono stabilite anche le
pene (multe, carcere, esilio) che sarebbero state inflitte a tutti coloro che
avessero osato rubare o danneggiare le piante dell'Orto.
La parte più antica è quella racchiusa entro il muro circolare, iscritta in
un quadrato e suddivisa a sua volta in quattro quadrati minori, detti
"quarti" o anche "spalti" separati da due viali
perpendicolari orientati secondo i punti cardinali che rappresentano i quattro
elementi: acqua, terra, aria, fuoco. La forma circolare e la caratteristica
ripartizione geometrica che suddivide l'area in 16 settori, è ricca di
riferimenti e di simbologie cosmologiche, proprie del periodo rinascimentale.
La circonferenza è il simbolo della perfezione dell'Universo. Cerchio e
quadrato rappresentano infatti, nei principi filosofici del tempo, l'universo e
la terra.
"Memoria e Luce" |
La Palma di San Pietro, piantata nel 1585, è considerata la più vecchia
dell'Orto, ma a contendere tale primato di anzianità, fuori dal recinto c'è un
Agnocasto (Vitex Agnus Cactus) non molto vitale, ma piantato nel 1550. Sempre
in questo settore troviamo anche una bella Magnolia Grandiflora probabilmente
piantata nel 1786 e ritenuta la più antica d'Europa.
Uno dei pochi monumenti contemporanei della città di Padova
è l'opera “Memoria e Luce” di Daniel Libeskind (architetto statunitense di
origine polacca di fama internazionale). Si tratta di un'imponente struttura
luminosa realizzata in vetro e acciaio a ricordare le vittime dell'attentato al
World Trade Center dell'11 Settembre 2001.
Recensione:
Panorama di Prato della Valle |
Padova è davvero una città unica per il segno che la sua
attività culturale storica e artistica hanno lasciato non solo in Italia, ma
anche nel resto del mondo.
La sua Università, l’Orto botanico e la Cappella degli
Scrovegni ai tempi erano sicuramente dei luoghi “rivoluzionari”
indiscutibilmente entrati nel mito per la loro unicità.
Eppure Padova non mi ha impressionato particolarmente. Forse
erano le mie aspettative troppo elevate, come capita spesso quando ci si reca a
visitare qualcosa di così idealizzato.
In ogni caso credo davvero che la maggior parte dei turisti possa
rimanere un po’ delusa nel vedere quanto piccola sia la Cappella degli
Scrovegni e soprattutto si accorgerà che, nei 15 minuti di tempo messi a
disposizione per ammirarla, si riesce ad ammirare ben poco. In pratica ritengo
che sia molto meglio vedere gli affreschi di Giotto rappresentati su un bel
volume di storia dell’arte piuttosto che sulle pareti originali.
Orto Botanico |
Riguardo all’Orto Botanico… anche quello reca sicuramente il
merito di essere il primo al mondo, ma dal vivo non stupisce particolarmente:
credo che praticamente qualunque altro orto botanico contenga collezioni di
piante simili, alberi secolari e serre più spettacolari. Molto interessante
invece la disposizione geometrica e simbolica con la quale sono state create le
aiuole, ma bisogna davvero essere dei cultori della botanica per apprezzarne il
contenuto.
La Basilica di Sant’Antonio impressiona per la sua mole e
per le curiose cupole bizantine, ma all’interno è un po’ troppo fastosa e
affollata.
Riguardo alle piazze del centro storico riconosco che sono
sicuramente un punto di incontro magnifico per chi desidera fare acquisti, soffermarsi
fra le bancarelle a curiosare fra la merce esposta, tuttavia io trovo molto
fastidiosa la presenza di mercati caotici all’interno delle piazze storiche
cittadine. Fortunatamente di pomeriggio, quando gli ambulanti chiudono la loro
attività, le bellissime piazze di Padova si vestono di armonia, lasciando
libero lo scorcio dei portici e dei meravigliosi monumenti e palazzi
rinascimentali che le circondano.
Assolutamente da non perdere, invece, la visita al “Salone” di Palazzo
della Ragione che stupisce per il suo particolarissimo “soffitto” che dà
davvero l’idea di trovarsi all’interno di una barca di legno rovesciata.
Piazza dei Signori la sera |
Particolarissimo anche il Prato della Valle che lascia a dir
poco stupiti per le sue dimensioni: praticamente è impossibile trovare un
angolo della piazza dal quale si riesca ad averne una visione “d’insieme”.
Durante il giorno viene davvero voglia di stendersi sul suo prato a leggere un
libro o a prendere il sole; mentre la sera ha dei portici perfetti per fare un
aperitivo aspettando il tramonto.
La cosa più bella di Padova forse sta nella sua vita
movimentata e nel fatto che, essendo città universitaria, è piena di giovani e
di vita durante ogni ora del giorno.
Voto: 7
Tempo di soggiorno consigliato: 1 o 2 giorni
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