Perchè questo blog?

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Perchè sono anni che viaggio e fotografo tutto ciò che vedo e mi sono appassionato ad entrambe le cose :-)
Ogni volta torno a casa e penso: "Perchè non tenere un diario di tutti i miei viaggi?". Un bel giorno mi sono reso conto di averlo già: in tutte le mie cartelle sul pc, meticolasamente ordinate per data e descrizione. Fotografie, informazioni,curiosità, mappe ecc.
Non restava che condividerle con il mondo!

sabato 26 maggio 2012

Padova

La città euganea "culla delle arti"

 

Introduzione: 


Panorama del centro storico
Padova è una città italiana di 214.000 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia del Veneto.
Si estende nella Pianura Padana, non lontano da Venezia, ed è bagnata dal fiume Bacchiglione.
In antico era nota come città d’acque, ed è sempre stata un importante centro di commerci.
Possiede un’antica tradizione artistica e culturale: infatti è sede di una prestigiosa ed antica università fondata nel 1222, tra le più antiche del mondo, nonché una delle più prestigiose d’Italia.
Nel medioevo Padova fu un libero comune, poi venne dominata dalla dinastia dei Carraresi e infine conquistata dalla Repubblica di Venezia
Pur non godendo di grande rilevanza politica, per diversi secoli poté godere della pace e della prosperità assicurata dalla signoria veneziana, nonché della libertà garantita alla sua Università, che richiamò studenti ed insegnanti da tutta Europa, divenendo uno dei maggiori centri dell'aristotelismo e attirando numerosi ed illustri intellettuali, come Galileo Galilei.
Basilica di Sant'Antonio
È universalmente nota anche come la città di Sant'Antonio, il famoso francescano portoghese, nato a Lisbona nel 1195, che visse a Padova per alcuni anni e dove morì nel 1231.
I resti del Santo sono conservati nella Basilica di Sant'Antonio, meta di numerosi pellegrini da tutto il mondo e uno dei monumenti principali della città.
Padova conserva anche uno dei più straordinari e rivoluzionari capolavori dell'arte medievale, la Cappella degli Scrovegni, affrescata agli inizi del Trecento da Giotto.
Prato della Valle
E’ famosa inoltre per il suo Orto Botanico, il più antico esistente al mondo e dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall'UNESCO,
Padova è oggi un importante centro economico, uno dei più importanti e grandi centri di trasporti intermodali, anche fluviale, di tutta Europa e rappresenta attualmente il più grande interporto nel nord e centro Italia.

 

Perché andare:

Orto Botanico


Padova è una città giovane e movimentata, ma allo stesso tempo è sede di tesori preziosi dal punto di vista storico e artistico. I giovani apprezzeranno la città soprattutto per le sue animate piazze, luogo di ritrovo ideale per incontri o per un aperitivo in compagnia.
Gli appassionati di storia dell’arte non rimarranno certo delusi dalla visita al Museo e Civico e alla cappella degli Scrovegni, contenente gli affreschi del maestro Giotto, capolavoro assoluto dell’arte mondiale.
Piazza della Frutta con il mercato
Gli appassionati di botanica non potranno fare a meno di visitare l’antico Orto Botanico, il primo degno del suo nome, il cui modello è stato imitato in tutto il mondo.
Chi invece ama i luoghi spirituali troverà molto interessante la Basilica di Sant’Antonio da Padova, meta di pellegrini cattolici da tutta Europa.
Padova è la meta perfetta anche per chi ama passeggiare tra le piazze e immergersi nei mercati tipici della tradizione italiana, ricchi di colori, profumi e sapori unici.

 

Luoghi e monumenti di interesse:


Chiesa nel centro storico
La torre del castello

Piazza Erbe, Piazza della Frutta e Piazza dei Signori
Palazzo della Ragione
Palazzo del Capitanio e il suo Orologio astronomico
Palazzo del Bo, sede storica dell’Università
Il Duomo e il suo Battistero
La Basilica di Sant’Antonio da Padova
Caffè Pedrocchi
Giardini dell'Arena
Chiesa degli eremitani
Mercato in Piazza dei Signori
Cappella Scrovegni
Musei civici di Padova
 

Dove andare / Cosa fare:


Generalmente la visita della città parte dalle sue tre piazze principali:
  • Piazza Erbe
  • Piazza dei Signori
  • Piazza della Frutta

Palazzo della Ragione
Piazza delle erbe, come in passato, è ancora sede di uno dei più pittoreschi mercati all'aperto, con le bancarelle degli "scariolanti" che ricoprono quasi tutta la superficie, a complemento della quadruplice fila di botteghe sotto il Salone. Ogni mattina, attorno alla fontana, che fu collocata nel 1930, le variopinte bancarelle di fiori adornano e colorano la piazza.

Piazza dei Frutti sul lato nord del Palazzo della Ragione dalla fine del XII secolo ospita il mercato popolare di frutta e verdura, con bancarelle in legno su ruote.

Tra le due Piazze sorge il cosiddetto “Palazzo della Ragione”, costruito nel 1218 con lo scopo di ospitare la Corte di Giustizia e la Sala del Consiglio, cioè i tribunali cittadini di Padova.

Assolutamente consigliata è la visita a questo meraviglioso edificio, comunemente chiamato anche “Il Salone”. Questa è infatti la più grande sala medievale di tutta Europa (è infatti lunga 80 metri, larga 27 metri e alta 27 metri). 
Il "Salone" di Palazzo della Ragione
Al suo interno si trova una maestosa riproduzione in legno del cavallo della statua del Gattamelata di Donatello e la “Pietra della Vergogna”, sulla quale venivano messi alla berlina prima dell’esilio i condannati per bancarotta. Le pareti sono abbellite da 333 pannelli raffiguranti i mesi dell’anno con i relativi segni zodiacali, dèi e attività stagionali.
Attualmente è utilizzato per grandi esposizioni artistiche e manifestazioni, mentre il pian terreno è tutt'ora destinato, come nell'antichità, a mercato di generi alimentari. 

La visita del centro storico generalmente prosegue in Piazza dei Signori, uno degli spazi più suggestivi e vitali di Padova, simbolo della sua storia, ma anche del suo presente vivace e attivo. Il suo nome deriva dal fatto che qui sorgeva il "Palazzo della Signoria", la Reggia dei Carraresi, Signori di Padova dal 1318 al 1405
Piazza dei Signori e San Clemente
In questa piazza di fronte alla Chiesa di S. Clemente occupa uno spazio privilegiato il Palazzo del Capitanio, chiamato così perché sede di uno dei due capitani veneziani della città. Esso si sviluppa sull'area della ex Reggia dei Carraresi ed è diviso da una antica torre, modificata fra il 1427 e il 1430, sormontata da un tamburo ottagonale che sorregge una cupola rivestita di lastre di piombo. Sul Palazzo è impossibile non notare il bellissimo orologio astronomico
Loggia della Gran Guardia
All’angolo di Piazza dei Signori sorge inoltre la Loggia della Gran Guardia: notevole esempio di architettura tra '400 e '500 e antica sede del Consiglio. La Loggia, per l'armonia delle proporzioni e la sobria eleganza, è la più classica e compiuta rappresentazione dello stile del nuovo Rinascimento italiano, caratterizzato dalle particolari decorazioni dei piedistalli e dall'uso di marmi policromi di chiaro gusto lombardesco.

Aula di anatomia a Palazzo del Bo
Un altro monumento non distante dalle piazze principali e molto amato dai turisti è Palazzo del Bo, la sede dell’Università di Padova, una delle più antiche università d’Italia.
Oggi il Palazzo del Bo viene usato prevalentemente per le cerimonie di laurea, mentre in origine ospitava la Facoltà di Medicina di Padova. Il palazzo è però ancora aperto alle visite e in esso è possibile ammirare il famoso Teatro Anatomico (1594) in cui Galileo Galileo tenne lezioni di anatomia per un ventennio, dal 1592 al 1610.

La Basisilica di Sant'Antonio
Sempre nel centro storico sorge la Basilica di Sant’Antonio da Padova, iniziata nel 1232, un anno dopo la morte di Sant’Antonio, e terminata 80 più tardi, nel 1310.
La Basilica del Santo, architettonicamente, unisce stili diversi: la facciata, con mattoni a vista, è in stile romanico-lombardo, le cupole sono in stile bizantino, i campanili della Basilica richiamano l’arte islamica per la loro forma a minareto, gli archi sono realizzati in stile gotico e la Cappella del Tesoro è di architettura barocca. 


L'interno del battistero
Il Duomo
Sempre di grande interesse è anche il Duomo di Padova, soprattutto per il battistero collocato alla sua destra e dedicato a san Giovanni Battista. In esso è possibile ammirare degli stupendi affreschi del XIV secolo, considerati il capolavoro di Giusto de' Menabuoi.

I più appassionati vorranno quindi visitare l'Orto Botanico di Padova.
L'Orto botanico
Fondato nel 1545, è il più antico Orto Botanico Universitario del mondo e ha conservato praticamente inalterata, la sua originaria struttura. L'impianto architettonico testimonia la ricerca dell'equilibrio e la perfezione formale della cultura umanistica.
L'Orto sorge su un'area di forma trapezoidale di circa due ettari ed è delimitato su due lati dal canale Alicorno dal quale, fino a pochi decenni fa, veniva prelevata l'acqua per l'irrigazione.
L'esigenza di un'istituzione di questo tipo appare chiara se si considera che le piante medicinali rappresentavano a quel tempo la principale risorsa terapeutica e che il loro impiego.
L'Orto di Padova, definito per questa ragione "la madre" di tutti gli Orti botanici del mondo, non ha solo rappresentato la cultura della scienza botanica, ma ha anche svolto un ruolo di grande rilievo per lo sviluppo medico e scientifico dell’intera Umanità.
L'Orto, nei secoli, fu continuamente arricchito di piante provenienti da varie parti del mondo e specialmente dai paesi dove la Repubblica di Venezia aveva possedimenti o rapporti commerciali. Al suo interno attualmente sono coltivate circa 6000 piante di tutti i tipi, di tutti i climi e continenti.
La sua struttura centrale è suddivisa in 250 aiuole, chiamate areole, disposte secondo differenti ed eleganti geometrie.
Nel settore a sud-est, cresce la famosa Palma di San Pietro, meglio conosciuta come “Palma di Goethe”, perché ispirò al poeta naturalista tedesco (che visitò Padova nel 1786) una teoria sulla metamorfosi delle piante.

Prato della valle
Un altro luogo assolutamente imperdibile è il Prato della Valle è la più grande piazza della città di Padova e una delle più grandi d'Italia e d'Europa (seconda solo alla Piazza Rossa di Mosca).
La configurazione attuale risale alla fine del XVIII secolo ed è caratterizzata da un'isola ellittica centrale, chiamata isola Memmia,  circondata da una canaletta sulle cui sponde si trova un doppio anello di statue. Questo tra l’XI e il XVIII secolo era luogo da "mercato", ma, nel 1775, Andrea Memmo, patrizio veneziano illuminista, valorizzò questo spazio attuando una radicale bonifica e creando una canalizzazione sotterranea destinata a far defluire le acque dell'anello centrale,
Mentre negli anni '90 il Prato era afflitto da degrado, oggi tutta la piazza è completamente riqualificata ed ampiamente impiegata dai padovani per passeggiate o altro: in estate la piazza è animata da molta gente che pattina, passeggia o studia, magari prendendo il sole.

Sul Prato della Valle è possibile anche ammirare la Basilica di Santa Giustina : monumentale esempio di architettura medievale, accoglie le reliquie di Santa Giustina e di San Luca.

Ingresso Caffè Pedrocchi
Prima di abbandonare il centro storico non si può fare a meno di visitare il celebre Caffè Pedrocchi. Questo caffè storico di fama internazionale, situato nel pieno centro di Padova, per oltre un secolo è stato un prestigioso punto d'incontro frequentato da intellettuali, studenti, accademici e uomini politici.
La sua splendida architettura, che mescola lo stile neoclassico a quello gotico veneziano, con richiami esotici egizi e cineserie, molto in voga nell'ottocento, rispecchia il clima romantico dell'epoca e l'estro dell'architetto Jappelli.
Il pianterreno, destinato a caffetteria, è caratterizzato dal susseguirsi di stanze denominate in base al colore della tappezzeria (Sala bianca, Sala rossa, Sala gialla, Sala verde).
Il piano superiore, comprende una serie di spazi funzionali decorati con stili storici del passato. Si susseguono così la Sala etrusca, la Sala greca in forma ottagonale, la Saletta rotonda o romana, la Sala del rinascimento, la Sala ercolana o pompeiana, la Sala egizia e la Sala Napoleonica.

Resti dell'Anfiteatro romano
Dirigendosi alla periferia nord della città incontriamo i Giardini dell'Arena, un’area verde storica di Padova. All’interno possiamo ammirare i resti dell’antico anfiteatro romano di Padova, edificato intorno al 70 d.C, il Complesso degli Eremitani, ( la chiesa e il convento, ora sede dei Musei Civici) e la Cappella degli Scrovegni,

Acquistando un unico biglietto (esclusivamente su prenotazione) è possibile visitare questo complesso che prende il nome di Musei civici di Padova  ammirando così:
  • il complesso degli Eremitani, la cui chiesa ospita la famosa Cappella Ovetari, uno dei capolavori del Mantegna (purtroppo danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale)
  • il Museo archeologico, con reperti di epoca pre-romana, romana, egizia, greca, etrusca ed italiota;
  • Museo d'arte medievale e moderna, con dipinti di Giotto, Giorgione, Tiziano , Tintoretto Veronese, Tiepolo;
  • La cappella degli Scrovegni e la sala multimediale annessa, che anticipa la visita vera e propria con un tour virtuale, volto a spiegare l’opera stessa e i lavori di conservazione e restauro effettuati su di essa nell’arco dei secoli.

Interno della Cappella degli Scrovegni
Chiesa degli Eremitani
La Cappella degli Scrovegni, innalzata tra il 1303 e il 1305, presenta un’architettura molto semplice. Fu fatta costruire da Enrico Scrovegni, originario di una ricca famiglia padovana di banchieri e usurai, accanto al proprio palazzo per  adornare l'edificio e destinata ad accogliere il suo corpo e quello dei suoi discendenti dopo la morte.
Al suo interno venne affidato a Giotto il compito di raffigurare una sequenza di storie tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento che culminavano nella morte e resurrezione del Figlio di Dio e nel Giudizio Universale, allo scopo di sollecitare chi entrava nella Cappella a rimeditare sul suo sacrificio per la salvezza dell'umanità. Sulle pareti laterali, sopra uno zoccolo che mostra con figure allegoriche il volto dei sette Vizi e delle sette Virtù, e sotto la suggestiva volta stellata, si succedono 38 riquadri, disposti in tre fasce di affreschi, nei quali è rappresentata la storia della salvezza, a partire dalla storia di Gioacchino e Maria (i genitori della Madonna).

Curiosità:


La Tomba di Antenore
La leggenda narra che la fondazione di Padova sia avvenuta nel 1132 a.C. per opera di Antenore, un principe troiano scampato alla distruzione di Troia; ma è noto come tale leggenda tragga forse origine da un falso storico, opera di Tito Livio, per assimilare la propria città a Roma.
Malgrado ciò la presunta “Tomba di Antenore” è stata riconosciuta in un'antica edicola medievale, posta davanti al palazzo della prefettura e spesso fotografata dai turisti.

L'imponente Palazzo della Ragione è un edificio a pianta trapezoidale (dovuta ai vincoli di probabili canali d'acqua che attraversavano quelle che tuttora sono le piazze della città) e  assomiglia ad un enorme nave capovolta e poggia su 90 piloni, disposti in quattro ordini.

L'ingresso di Palazzo della Ragione
Chiamato popolarmente "il Salone", il Palazzo della Ragione è in effetti uno dei più grandi ambienti coperti d'Italia che non ha uguali nell'architettura civile italiana. La grandissima sala del piano superiore, all'epoca la più grande sala pensile (cioè sollevata da terra) del mondo, costituiva un vero miracolo di ardimento architettonico e di solidità.

Inizialmente la Sala del Consiglio era stata affrescata da Giotto, ma, nel 1420, in seguito a un incendio quei capolavori andarono perduti e sostituiti da quelli di Nicola Miretto, che li realizzò nel periodo 1420-1425, a tema astrologico. Con una ricca iconografia che riunisce simbologie astrologiche e religiose,  questo ciclo è tra i più vasti e complessi che si conoscano.
La fascia superiore, che inizia con il segno dell'Ariete nella parete sud e che si conclude con il segno dei Pesci sul lato orientale, è divisa in 12 parti, corrispondenti ai 12 mesi dell'anno. Ogni parte è formata da tre file di nove riquadri dove sono riprodotti gli elementi caratteristici del mese: il segno zodiacale, i simboli astrologici dei sette pianeti, i dodici apostoli associati ai dodici mesi, i lavori propri di quel mese con il loro pianeta dominante. Il ciclo costituisce un grande orologio solare perché il sole, al suo sorgere, batte sul segno zodiacale corrispondente alla posizione astronomica in cui si trova il sole.
La pietra del vituperio

Accanto è collocata la famosa Pietra del Vituperio, detta anche del fallimento, un blocco di porfido nero su una base quadrata a tre gradini. Nel medioevo i debitori insolventi venivano obbligati a spogliarsi, rimanendo con la sola camicia e in mutande (da cui il proverbio "restar in braghe de tela"), e, alla presenza di almeno cento persone, dovevano sedersi per tre volte sulla pietra ripetendo "cedo bonis" (rinuncio ai beni) e poi lasciare la città per rifarsi una vita.

Statua equestre del Gattamelata
Il cavallo ligneo presente all’interno (donato al comune nel 1837 da una famiglia di privati)  fu attribuito erroneamente a Donatello per la somiglianza col quello del Gattamelata in Piazza del Santo.
Nel “Salone" è inoltre presente una riproduzione del pendolo di Foucault, strumento con il quale il famoso fisico francese dell’Ottocento dimostrò il moto rotatorio del nostro pianeta.

L'Orologio astronomico
Il 17 agosto 1757 un furioso turbine sconvolse il grande edificio distruggendone il tetto e scoperchiandolo. Trasferiti i tribunali nel 1797, il Salone fu aperto per grandi riunioni popolari, ricorrenze e feste.

L'Orologio di Piazza dei Signori ha la proprietà di segnare non solo le ore e i minuti, ma anche il mese, il giorno e le fasi della luna e persino il "luogo" astrologico. Al tempo la costruzione e il funzionamento di un orologio erano basati sul calcolo dei pesi che venivano applicati ad un sistema di leve e di raccordi. Questo magnifico esemplare ancora oggi funziona con l'antico sistema e i suoi ingranaggi.

Tra i segni dello Zodiaco posti attorno all'Orologio manca il segno della Bilancia. Per la tradizione popolare sarebbe una ripicca del costruttore nei confronti della mancanza di giustizia della committenza che volle pagargli una cifra inferiore al pattuito.

Cortile Palazzo Bo
L'Università di Padova venne fondata, secondo la tradizione, nel 1222 quando un gruppo di studenti e professori migrarono dall'Università di Bologna alla ricerca di una maggiore libertà accademica, è probabile però che la sua fondazione fosse precedente. 

Nel corso della sua lunga storia, l'Università fu luogo d'incontro di alcune tra le più importanti personalità europee ed italiane, tra le cui fila si annoverano personaggi del calibro di Leon Battista Alberti, Niccolò Copernico e dal 1592 per 18 anni consecutivi Galileo Galilei.
William Shakespeare compose ed ambientò a Padova La bisbetica domata (The Taming of the Shrew) e definì la città euganea "Culla delle Arti".

L’Orto Botanico di Padova custodisce (tra innumerevoli altre piante di considerevole valore storico e botanico) la cosiddetta palma di S. Pietro, cui Goethe dedicò alcuni scritti.
E’ storicamente documentato che Venezia si avvantaggiò spesso del progresso scientifico che derivava dalla produzione culturale ed accademica padovana: gli apparati di spionaggio della Serenissima si rivolsero ad esperti dell'Orto botanico di Padova per ottenerne la confezione di veleni a scopo di assassinio politico.

Padova è nota per essere la città dei "senza":
  • Sant'Antonio è considerato “Il santo senza nome” perché è tale la devozione verso di lui da parte dei padovani che viene comunemente chiamato "il Santo" per antonomasia,
  • Il Caffè Pedrocchi, storico locale cittadino, veniva definito “Caffè senza porte”, perchè anticamente era aperto ad ogni ora del giorno.
  • la sua spettacolare piazza, Prato della Valle,  veniva chiamata "Prato senza erba", perché era fino alla fine del XVIII secolo, una superficie paludosa e, dopo gli interventi di restauro, quasi interamente occupata da statue, canali e alberi.
Retro del Caffè Pedrocchi
Il fondatore del Caffè Pedrocchi, Antonio Pedrocchi, stabilì che chiunque poteva sedere ai tavoli del suo locale anche senza ordinare e trattenersi a leggere i libri e i giornali messi a disposizione di tutti. Alle donne erano offerti in dono fiori e, in caso di pioggia improvvisa, ai clienti veniva prestato un ombrello.

Grazie alla sua posizione centrale e alla vicinanza con la sede dell'Università il caffè divenne presto punto di riferimento della vita culturale e commerciale della città e ritrovo di studenti, artisti, letterati e patrioti. Fu anche teatro dei moti risorgimentali studenteschi del 1848 contro il dominante austriaco.

La sua “Sala bianca”, che si apre all’angolo con l’Università, è assai nota per il segno del proiettile austriaco sparato durante i moti del '48.

Tra gli studenti padovani esiste una superstizione, dovuta probabilmente agli avvenimenti del 1848, secondo la quale non si deve entrare al Caffè Pedrocchi prima di essersi laureati, pena l'impossibilità di conseguire la laurea stessa.

La forma ellittica di Prato della Valle richiama quella del teatro romano (Campo di Marte o Campo Marzio) che una volta sorgeva nel luogo in cui oggi si trova l’attuale piazza.
Si narra che il Prato della Valle era il luogo in cui Sant’Antonio da Padova si recava per predicare alle folle.

Prato della valle
Nel medioevo Prato della valle era una palude infestata di malaria, ma venne prosciugata e bonificata nel 1767. Venne creato il canale (attraversato da quattro ponti di Pietra) che circonda il Prato della Valle e la Piazza cominciò ad assumere l’aspetto attuale.

Dopo l'Unità d'Italia, quest'area era stata ribattezzata Piazza Vittorio Emanuele II, ma è prevalso il nome storico o più semplicemente il Prato, come lo chiamano i padovani.

Lungo i due lati del canale si trovano 78 statue rappresentanti i più importanti cittadini padovani.
In mezzo al Prato della Valle si trova l’isola Memmia, così chiamata in onore del suo creatore, Andrea Memmo.

Un preciso regolamento del 1776 stabilì le norme per la realizzazione delle statue di Prato della Valle: non potevano essere ritratte persone in vita, non potevano essere ritratti santi e tutti i personaggi ritratti dovevano avere avuto un legame con la città. Ecco perché le statue rappresentano, nella maggior parte dei casi, professori universitari, artisti, condottieri o ex governanti della città.

Facciata della Cappella degli Scrovegni
Oggi, passeggiando di sera per Prato della Valle, è possibile trovare giovani e studenti che pattinano introno all’ovale o che si ritrovano in compagnia.

Enrico Scrovegni commissionò la creazione della sua celebre cappella (dedicata alla Vergine annunziata) per riscattare l'anima del padre Reginaldo, collocato da Dante (Divina Commedia) in Inferno perché usuraio.
Un tempo accanto alla cappella sorgeva il Palazzo della famiglia Scrovegni, successivamente abbattuto.

L’abbattimento delle strutture che un tempo circondavano la Cappella degli Scrovegni ne hanno destabilizzato la struttura danneggiando anche gli affreschi. Questi però furono interamente  recuperati dopo un’incessante opera di restauro avvenuta nel XX secolo e la struttura dell’edificio stesso fu consolidata.
Affreschi nella Chiesa degli Eremitani

I bombardamenti degli alleati durante la Seconda Guerra Mondiale hanno raso al suolo la Chiesa degli Eremitani, non molto distante, ma hanno miracolosamente risparmiato la Cappella degli Scrovegni dalla distruzione.

Cappella degli Scrovegni
Il ciclo di Giotto agli Scrovegni costituisce il più alto capolavoro del pittore e della storia dell'arte occidentale, pari solamente alla Cappella Sistina di Michelangelo in Roma.
Con quest'opera Giotto inizia una nuova era nella storia della pittura, superando l'astrazione formale della corrente bizantina allora dominante, per proporre forme umane più naturali e realistiche e per questo fu definito anche il primo pittore moderno. 

Giotto era un artista già celebre: aveva lavorato per il papa nella Basilica di S. Francesco in Assisi e in S. Giovanni in Laterano a Roma, a Padova nella Basilica di S. Antonio e nel Palazzo della Ragione.

Orto botanico
L’Orto Botanico di Padova, in quanto importante centro di studio e di ricerca, all'avanguardia nella coltivazione e acclimatazione di piante esotiche, fu frequentato da studenti stranieri e studiosi in viaggio in Italia per i quali rappresentò un modello cui ispirarsi per l'istituzione di strutture analoghe nella loro patria.

L'Orto, durante i suoi oltre quattro secoli di vita, ha contribuito all'introduzione e alla diffusione in Italia di numerose piante esotiche, alcune delle quali molto note, come il ginkgo biloba, la magnolia, la patata, il gelsomino, l'acacia e il girasole, il lillà, il rabarbaro, il ciclamino persiano, per un totale di circa 70 specie.

Albero secolare nell'Orto Botanico
Si narra che inizialmente al suo interno furono messe a dimora circa 1800 esemplari di piante, ma furono rubate dopo qualche giorno. Per questa ragione nel 1552, pochi anni dopo la fondazione, fu costruito un alto muro circolare di recinzione per impedire i continui furti notturni e furono stabilite anche le pene (multe, carcere, esilio) che sarebbero state inflitte a tutti coloro che avessero osato rubare o danneggiare le piante dell'Orto.

La parte più antica è quella racchiusa entro il muro circolare, iscritta in un quadrato e suddivisa a sua volta in quattro quadrati minori, detti "quarti" o anche "spalti" separati da due viali perpendicolari orientati secondo i punti cardinali che rappresentano i quattro elementi: acqua, terra, aria, fuoco. La forma circolare e la caratteristica ripartizione geometrica che suddivide l'area in 16 settori, è ricca di riferimenti e di simbologie cosmologiche, proprie del periodo rinascimentale. La circonferenza è il simbolo della perfezione dell'Universo. Cerchio e quadrato rappresentano infatti, nei principi filosofici del tempo, l'universo e la terra.

"Memoria e Luce"
La Palma di San Pietro, piantata nel 1585, è considerata la più vecchia dell'Orto, ma a contendere tale primato di anzianità, fuori dal recinto c'è un Agnocasto (Vitex Agnus Cactus) non molto vitale, ma piantato nel 1550. Sempre in questo settore troviamo anche una bella Magnolia Grandiflora probabilmente piantata nel 1786 e ritenuta la più antica d'Europa.

Uno dei pochi monumenti contemporanei della città di Padova è l'opera “Memoria e Luce” di Daniel Libeskind (architetto statunitense di origine polacca di fama internazionale). Si tratta di un'imponente struttura luminosa realizzata in vetro e acciaio a ricordare le vittime dell'attentato al World Trade Center dell'11 Settembre 2001.

Recensione: 


Panorama di Prato della Valle
Padova è davvero una città unica per il segno che la sua attività culturale storica e artistica hanno lasciato non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo.
La sua Università, l’Orto botanico e la Cappella degli Scrovegni ai tempi erano sicuramente dei luoghi “rivoluzionari” indiscutibilmente entrati nel mito per la loro unicità.
Eppure Padova non mi ha impressionato particolarmente. Forse erano le mie aspettative troppo elevate, come capita spesso quando ci si reca a visitare qualcosa di così idealizzato.
In ogni caso credo davvero che la maggior parte dei turisti possa rimanere un po’ delusa nel vedere quanto piccola sia la Cappella degli Scrovegni e soprattutto si accorgerà che, nei 15 minuti di tempo messi a disposizione per ammirarla, si riesce ad ammirare ben poco. In pratica ritengo che sia molto meglio vedere gli affreschi di Giotto rappresentati su un bel volume di storia dell’arte piuttosto che sulle pareti originali.
Orto Botanico
Riguardo all’Orto Botanico… anche quello reca sicuramente il merito di essere il primo al mondo, ma dal vivo non stupisce particolarmente: credo che praticamente qualunque altro orto botanico contenga collezioni di piante simili, alberi secolari e serre più spettacolari. Molto interessante invece la disposizione geometrica e simbolica con la quale sono state create le aiuole, ma bisogna davvero essere dei cultori della botanica per apprezzarne il contenuto.
La Basilica di Sant’Antonio impressiona per la sua mole e per le curiose cupole bizantine, ma all’interno è un po’ troppo fastosa e affollata.

Riguardo alle piazze del centro storico riconosco che sono sicuramente un punto di incontro magnifico per chi desidera fare acquisti, soffermarsi fra le bancarelle a curiosare fra la merce esposta, tuttavia io trovo molto fastidiosa la presenza di mercati caotici all’interno delle piazze storiche cittadine. Fortunatamente di pomeriggio, quando gli ambulanti chiudono la loro attività, le bellissime piazze di Padova si vestono di armonia, lasciando libero lo scorcio dei portici e dei meravigliosi monumenti e palazzi rinascimentali che le circondano.
Assolutamente da non perdere,  invece, la visita al “Salone” di Palazzo della Ragione che stupisce per il suo particolarissimo “soffitto” che dà davvero l’idea di trovarsi all’interno di una barca di legno rovesciata.
Piazza dei Signori la sera
Particolarissimo anche il Prato della Valle che lascia a dir poco stupiti per le sue dimensioni: praticamente è impossibile trovare un angolo della piazza dal quale si riesca ad averne una visione “d’insieme”. Durante il giorno viene davvero voglia di stendersi sul suo prato a leggere un libro o a prendere il sole; mentre la sera ha dei portici perfetti per fare un aperitivo aspettando il tramonto.
La cosa più bella di Padova forse sta nella sua vita movimentata e nel fatto che, essendo città universitaria, è piena di giovani e di vita durante ogni ora del giorno.

Voto: 7


Tempo di soggiorno consigliato: 1 o 2 giorni

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